Rêverie 
CENTRO DI PSICOLOGIA
PSICODINAMICA

Il centro nasce con l'intento di fornire una rete 
di sostegno psicologico alla persona, 
che possa rispondere alle esigenze dell'individuo, 
della coppia e del nucleo familiare.


Rêverie

“[…] rêverie sta a designare lo stato mentale aperto alla ricezione di tutti gli “oggetti” provenienti dall'oggetto amato, quello stato cioè capace di recepire le identificazioni proiettive del bambino, indipendentemente dal fatto se costui le avverta come buone o come cattive. In conclusione la rêverie è uno dei fattori della funzione alfa della madre […] Ritorniamo adesso al bambino […] Se la sua intolleranza della frustrazione supera un certo limite, entrano in opera meccanismi onnipotenti, in specie quello dell’identificazione proiettiva: l’avvio di essi può ancora essere considerato realistico perché sta ad indicare che viene riconosciuto il valore della capacità di pensare in quanto strumento idoneo ad attenuare la frustrazione presente tutte le volte in cui predomina il principio di realtà. L’efficacia di tale operazione dipende però dall’esistenza, nella madre, di capacità di rêverie: un suo difetto incide negativamente sulla capacità del bambino di sopportare la frustrazione; a questo punto egli si trova a dovere affrontare anche la frustrazione inerente al pensiero stesso. (In tutto il passo ho presupposto che l’identificazione proiettiva sia una varietà primitiva di quanto più tardi viene definito capacità di pensare). Se il bambino è munito di una notevole capacità di tollerare la frustrazione, la tragica evenienza di una madre incapace di rêverie, incapace cioè di soddisfare i suoi bisogni psichici, può essere fronteggiata ugualmente. All’altro estremo troviamo il caso del bambino gravemente incapace di sopportare la frustrazione: costui non è in grado di superare neppure l’esperienza di avere un’identificazione proiettiva con una madre capace di rêverie senza conseguirne un crollo; l’unica cosa che lo farebbe sopravvivere sarebbe un seno che nutre incessantemente, il che non è possibile, non foss’altro perché l’appetito viene a mancare.”

WIlfred Bion, (1962), Apprendere dall’esperienza,tr.it Armando, Roma, 1971
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